Hero of the Month: Alghe


“Extrapolations”, Apple TV+ ©

2068 – 2 coppie si siedono in salotto a conversare, una domestica gli serve un lussurioso bicchiere di bollicine in attesa della cena. La ragazza della seconda coppia (decisamente più giovane delle altre tre persone presenti), esclama che ha un sapore strano. La padrona di casa (Marion Cotillard) gli risponde che quel sapore è rappresentativo del territorio (Napa Valley, a quanto pare). Di seguito, gli dice: “Eh mia cara, probabilmente non avrai mai mangiato o bevuto nulla che non fosse composto da alghe.”

Questa scena fa parte del settimo episodio di Extrapolations (Apple TV), una serie televisiva che racconta “otto storie interconnesse, nel corso di 33 anni, che esplorano come il cambiamento climatico del pianeta influenzerà la sfera familiare, lavorativa, spirituale e, soprattutto, la sopravvivenza della specie umana”. La serie è chiaramente un’opera di fantasia, ma è una proiezione hollywoodiana dei prossimi decenni, con enorme budget e profondamente influenzata da solide e importanti ricerche scientifiche. Mentre gli anni passano (2037, 2046, 2059, ecc.) i personaggi sono coinvolti con quello che li circonda in diverse maniere, più volte drammatiche, ma che innescano un senso di curiosità in chi guarda, generando spesso domande. Nel 2068, appunto, ci vogliono far immaginare come una 30 enne non abbia mai mangiato niente che non sia a base di alghe.

In questo articolo, il primo di una serie di SuperNaturale intitolata “Hero of the Month”, cercheremo di illustrare perché il kelp viene tirato fuori in questo ritratto, abbastanza deprimente, di un nostro potenziale futuro. Queste pubblicazioni saranno delle vere e proprie lettere d’amore per i nostri eroi: prodotti, specie, persone che, nella lotta contro il cambiamento climatico, sono dei campioni a tutto tondo.

Questo lungo preambolo per dire che, questo mese, il nostro Hero è l’alga.

Foto di Lauren Probyn, via Unsplash. 

Partiamo con l’aspetto più allarmante, ovvero, l’ipotesi che un giorno la razza umana potrà nutrirsi solo con le alghe. Questo scenario è legato alle caratteristiche delle alghe marine che gli permettono di crescere in modi diversi rispetto alle colture terrestri convenzionali.

A livello globale, diversi confini planetari (un termine che descrive i limiti del sistema Terra all’interno dei quali l’umanità può continuare a svilupparsi e prosperare per le generazioni a venire, ma oltre i quali l’ambiente perde di regolarità e diventa instabile) sono minacciati dall’attività umana. In particolare, la perdita di biodiversità, l’inquinamento chimico, la fertilità del suolo e la disponibilità di acqua dolce sono quattro indicatori chiave gravemente colpiti dalla crisi climatica. Questi fattori ci costringeranno a un completo stravolgimento e ripensamento del sistema di produzione alimentare globale. In parole povere, in futuro potrebbe essere molto difficile coltivare e raccogliere cibo nel modo convenzionale, come si fa oggi, ogni giorno, in tutto il mondo.

Una potenziale soluzione si trova negli oceani. Si parla appunto di crescere cibo in acqua. Le alghe, a differenza di piantagioni terrestri, non hanno bisogno di acqua fresca o “nuova”, né di fertilizzante per crescere. La crescita di alghe selvatiche, come della coltivazione di alghe in acqua (che sembra più rilevante a questa discussione), non è dipendente dalle classiche logiche agricole. Non subisce minacce come allagamenti, siccità, incendi, grandine (o anche edificazione e sviluppo). E non c’è nemmeno il problema dello spazio: il 70% del pianeta è coperto d’acqua (rispetto al 37% della superficie terrestre dedicata all’agricoltura).

 


GreenWave ©

Le alghe crescono in modo iper-efficiente, quasi mezzo metro al giorno nelle condizioni giuste, facili da gestire, e senza, come spiegato, l’utilizzo di risorse scarse o costose. Infatti, sono considerate una chiave principale per la risposta globale alla scarsità di cibo, e ogni anno si investono milioni in R&D per coltivare le alghe su larga scala. Di fronte alle incertezze ecologiche del futuro, le alghe sono a tutti gli effetti un asso nella manica.


Atlantic Sea Farms ©

Ma l’alga offre più di un vantaggio. In primis, il suo sapore.

Come prodotto alimentare, il gusto delle alghe è fresco, umami, ricco, saziante e, tra le tante specie diverse (commestibili), del tutto particolare. Così come ci riferiamo al “terroir” del vino, i coltivatori di alghe fanno spesso riferimento al “marroir”, ossia alle caratteristiche di sapore che le diverse stagioni, acque e correnti possono conferire alle alghe.
Noi europei siamo rimasti indietro. Le alghe sono state integrate nella cucina di tantissime culture, tra cui la più famosa è quella giapponese, per migliaia di anni, senza alcuna minaccia di cambiamento climatico. E in molte di esse è considerata una prelibatezza. Mentre il consumo continentale è in aumento (sia nell’Ho.Re.Ca. che tramite prodotti commerciali), dobbiamo ancora scoprire tutti i veri piaceri del mangiare e cucinare con le alghe.
Una prova al pubblico è stata fornita proprio un paio di settimane fa, in occasione dell’evento Tuorlo tenutosi a Milano sul Futuro della Nutrizione, in cui la chef stellata Chiara Pavan ha preparato le alghe selvatiche galiziane di Cristina Garcia aka La Patrona in diversi piatti e addirittura in un cocktail). Con risultati decisamente più promettenti che allarmanti.


Chef Chiara Pavan all’evento di Tuorlo 15/05/23. Foto di Camilla Zaccheo. 


Un antipasto di alghe. Foto di Camilla Zaccheo.


Cristina Garcia, AKA La Patrona – raccoglitrice (e mangiatrice) di alghe.

In secondo luogo, l’alga non è semplicemente buona, è anche un Superfood.

È un alimento iper-funzionale, ricco di fibre, minerali e vitamine (iodio, potassio, magnesio, ferro, fosforo, calcio, A, B1, B2, B9, B12, C e E). É un alimento ricco di Omega 3, un acido grasso essenziale, motivo per cui di dice che sia fondamentale mangiare pesce grasso. Ma sono le alghe a fornire questo nutriente. Infatti, non tutti sanno che la fauna ittica è ricca di Omega 3 grazie alla loro dieta a base di alghe. Non è solo un’alternativa salutare per motivi di grassi, zuccheri o vitamine, ma anche per la sua concentrazione molto più bassa di mercurio e sostanze inquinanti: posizionati più in basso nella catena alimentare, non c’è accumulo di tossine. In più, apportano miglioramenti del benessere intestinale, la solidità ossea e sono adatti a diabetici, vegani, celiaci e persone attente al colesterolo. Non può sorprendere, quindi, che la longevità dei giapponesi sia in parte scientificamente attribuita a una dieta ricca di alghe.


Piatto di E/N, enoteca di Milano. 


Piatto di Erbavoglio, ristorante di Modena.

Ora si parla dei benefici delle alghe per l’ambiente.

Le alghe svolgono un ruolo critico; come “ingegneri dell’ecosistema” sostengono interi ambienti marini e la loro biodiversità. Lo eseguano nei seguenti modi: ossigenano e puliscono le acque rimovendo tonnellate di azoto e fosfato, lavorano contro il riscaldamento dell’acqua e gli sbalzi di temperatura, sono un’arma contro l’erosione delle coste, smorzano l’energia delle onde e gestiscono i livelli di sole così proteggendo flora e fauna ittica, e forniscono un habitat protetto e nutriente per piante e animali marini, perfetto per accoppiamento e allevamento di giovani specie. La lista dei loro “servizi ambientali” è quasi infinita, sono salutari, non solamente per noi, ma per i nostri laghi, mari, oceani e per tutte le creature che ci vivono dentro. Per questo la “riforestazione (o rewilding) marina” è in rapida crescita e viene promossa come un efficace progetto poliedrico ambientale.

Foto di J Cruikshank, via Unsplash. 


Foto di Mae Moesland, via Unsplash. 

Si parla molto anche di alghe e CO2: del fatto che le alghe sono un “serbatoio di carbonio” e dei co-benefici per il cambiamento climatico derivanti dalla coltivazione delle alghe. In realtà, la scienza qui è ancora indefinita (sia in senso di assorbimento durevole, che di scalabilità). Ma la ricerca sul sequestro del carbonio attraverso le alghe sta ricevendo importanti investimenti. Uno degli esempi più innovativi di questa scienza è quello di Brilliant Planet, una compagnia che cerca di catturare in modo permanente CO2 dall’atmosfera sotterrando vasche di micro alghe nel deserto.

Brilliant Planet ©

Tuttavia, ciò che è certo è il loro potenziale per la riduzione delle emissioni di carbonio se utilizzati come alternativa a risorse o prodotti più inquinanti.

Per esempio, la biomassa di alghe, trasformata in biocombustibile un giorno potrebbe direttamente sostituire i combustibili fossili. Le alghe inoltre sono un ottimo fertilizzante naturale, sostituendo prodotti chimici o con impronte ambientali e di emissioni di CO2 più elevate. Interi sistemi di produzione di alimenti e mangimi si potrebbero sostituire con sistemi alimentari a base di alghe. Le alghe si possono raccogliere o coltivare per produrre “plastica” biodegradabile e combustibile, cosmetici, farmaci…la lista qui veramente è infinita. E, tutto ancora in pieno sviluppo. Come descritto, l’alga è considerata uno dei componenti più importanti delle diete del futuro e una fondamentale risorsa contro la scarsità di cibo. Così si capisce perché il potenziale di questa umile specie oggi è così importante, e perché la possiamo considerare un vero supereroe.

Foto di Marcel Viraugh, via Unsplash.


Foto di Simone van der Koelen, via Unsplash.


Foto di Daniel Fazio, via Unsplash. 

Lo scopo di questo articolo non è spiegare perché Extrapolations rappresenti uno scenario realistico. Ansi, si spera che non lo sia.

Le alghe non sono una coltura risolutiva per l’apocalisse climatica (come nessuna specie al mondo). Pure loro saranno colpite, principalmente, dall’inquinamento degli oceani, dall’acidificazione degli oceani, dall’interruzione dei cicli naturali e dalle tempeste sempre più imprevedibili. Anche se probabilmente rimane la coltura meno minacciata, gli esseri umani dovrebbero impegnarsi per una diversità nutrizionale. E noi speriamo di mantenere un pianeta in grado di nutrire la sua popolazione in modi sempre più sostenibili, equi, etici e naturalmente gustosi.

Tuttavia, ci auguriamo che, mettendo in luce il nostro eroe, si possa accrescere la curiosità, stimolare gli investimenti e incoraggiare il consumo della poliedrica e affascinante alga.